Nato a Parigi, 2 febbraio 1754 – morto a Parigi, 17 maggio 1838.
Sposato Mme Grand
Ministre des Relations extérieures dal 15 luglio 1797 al 20 luglio 1799 (28 Messidor, Un V – 2 Termidoro, Un VII) e dal 22 novembre 1799 (1 Frimaire, VIII) al 9 agosto 1807
Ministre des affaires étrangères dal 13 Maggio 1814 e il 20 Marzo 1815 e dal 9 luglio al 26 settembre 1815
Président du conseil dal 9 luglio al 26 settembre 1815
Inizialmente un chierico, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord è stato cappellano nella parrocchia di Saint-Pierre-de-Reims, nel 1775, in cui la capacità è presente all’incoronazione di Luigi XVI. Nominato abate del ricco monastero di Saint-Rémi-de-Reims, fu ordinato sacerdote nel 1779. Tuttavia mandò più tempo a Parigi (rue Bellechasse) che nella sua abbazia, dedicato alle sue due passioni, il gioco d’azzardo e le donne. Dopo l’intervento di suo padre nel 1788, il re lo nominò vescovo di Autun, dandogli così un seggio negli Stati Generali. Lì sponsorizzò l’idea di cedere proprietà del clero per uso nazionale. Nel 1792 divenne diplomatico, e dopo le residenze a Londra e negli Stati Uniti il Direttorio lo nominò Ministro degli Affari Esteri. Appoggiando Bonaparte nel colpo di stato di Brumaire, si dimise nel luglio 1799, pronto a essere reintegrato nello stesso incarico nel mese di novembre dall’allora Primo Console. Supervisionò la stesura del Concordato del 1801. Nel 1802 Papa Pio VII gli tolse la scomunica e gli permise di sposare Mme Grand. Nel 1801 negoziò il Trattato di Lunéville con l’Austria. Nel 1802 condusse negoziati con la Gran Bretagna, a seguito dei quali Bonaparte firmò la Pace di Amiens, ponendo fine alla Seconda Coalizione. Dopo essere diventato imperatore, Napoleone nominò Talleyrand Gran Ciambellano, carica nella quale il ciambellano doveva assistere ad una seconda incoronazione. Nobilitato a Principe di Benevento il 5 giugno 1806 partecipò al parlamento dopo Austerlitz in vista del Trattato di Pressburg. Infine nel 1807 ha negoziato il Trattato di Tilsitt con la Russia e ha fatto i suoi primi contatti con Alexander Ist. Fu a questo punto che la sua vita politica raggiunse una svolta significativa. Pensava che fosse giunto il momento di una pace generale in Europa e di un riavvicinamento con l’Austria e la Gran Bretagna. Napoleone non era d’accordo e questo portò Talleyrand a rassegnare le dimissioni. Ma in riconoscimento dei suoi servizi, è stato fatto uno dei consiglieri di Napoleone e vice-Grand électeur. Dopo sette anni di pensionamento, nel 1814 decise che i tempi erano maturi per il ritorno dei Borboni. E così, su consiglio di Talleyrand (e nonostante gli ordini di Napoleone), il 28 marzo l’imperatrice Maria Luisa e il Roi de Rome furono allontanati da Parigi. Già dal 31, Talleyrand stava ricevendo lo zar al fine di persuaderlo della necessità del ritorno di Luigi XVIII. Nominato capo del governo provvisorio (redatto dal Senato in accordo con Prussia e Austria) il 1 aprile, e con la caduta di Napoleone annunciata ufficialmente (2 aprile), diede il benvenuto al Conte d’Artois, fratello del re e aveva pubblicato sulla stampa che ” Nulla è cambiato per la Francia. È semplicemente che c’è un altro francese! Come ricompensa per i suoi servizi fu nominato Ministro degli Affari Esteri. Egli negoziò il Trattato di Parigi che Luigi firmò il 30 maggio-questo restituì la Francia ai suoi confini del 1792 con l’aggiunta di alcuni altri territori. Rappresentando la Francia al Congresso di Vienna, Talleyrand nel difendere la legittimità di Luigi riuscì a dividere gli alleati, la Gran Bretagna e l’Austria schierandosi con la Francia contro la Prussia e la Russia. Un trattato segreto tra Francia, Gran Bretagna e Austria rafforzò il suo potere. I Cento Giorni minacciarono di rovinare il lavoro di Talleyrand. Ha supplicato ancora una volta Louis’ causa e firmato un manifesto affermando che ‘Napoleone era il nemico e disturbatore della pace del mondo’. Anche se i rapporti tra Luigi e Talleyrand si deteriorarono leggermente, Talleyrand fu imposto a Luigi dagli alleati come Président du Conseil. Ma in seguito non fu in grado di andare d’accordo né con lo zar né con il Conte d’Artois – d’Artois dichiarò “Monsieur a fait beaucoup de mal”. Il re incaricò ancora una volta Talleyrand di difendere la Francia contro gli alleati, alleati che volevano occupare una parte del territorio francese e prendere alcune roccaforti conquistate da Luigi XIV. Ma Luigi non era soddisfatto delle prestazioni di Talleyrand e criticava la sua mancanza di lungimiranza. In difficoltà di fronte all’elezione della “Chambre i ntrouvable”, Talleyrand fu quindi invitato ad avviare negoziati di pace. Pozzo di Borgo, rivale di Napoleone per tutta la vita dalla Corsica e l’allora ambasciatore russo, informò il re che solo Richelieu poteva portare i negoziati a una conclusione positiva. Perché ciò accadesse, Talleyrand doveva essere licenziato. Intuendo l’imminente disgrazia, Talleyrand si dimise. Il Conte d’Artois, diventando Carlo X, fece Talleyrand Gran Chambellan, nella cui veste fu ancora una volta presente ad un’incoronazione. Louis-Philippe lo incaricò della sua ultima missione diplomatica, vale a dire a Londra dove lavorò per il riavvicinamento di Francia e Inghilterra.