Marco Caelio Rufo, (nato nell ‘ 88 a.C., a Interamna —morto nel 48, Thurii, Bruttium), politico romano e amico intimo di Cicerone. È forse anche il Rufo che il poeta Catullo accusò di aver rubato la sua amante Clodia. Su sua istigazione Caelio, che l’aveva abbandonata, fu processato per vis (“atti violenti”) nel 56, ma Cicerone e Marco Licinio Crasso parlarono in difesa di Caelio e fu assolto.
Caelio fu educato sotto la guida di Crasso e Cicerone. Nel 58 perseguì Gaio Antonio Ibrida, che era stato console con Cicerone nel 63, e assicurò la sua condanna, sebbene Ibrida fosse difesa da Cicerone. Caelio fu tribuno nel 52 e edile nel 50. Nelle sue lettere a Cicerone, allora governatore della Cilicia, Caelio chiese ripetutamente ma senza successo pantere in modo che i giochi da lui sponsorizzati fossero più impressionanti. Tenne Cicerone informato degli eventi di Roma in una serie di lettere che sopravvivono.
Nella guerra civile del 49 Caelio si schierò con Giulio Cesare contro Pompeo Magno e combatté nell’Italia nord-occidentale e in Spagna. Nel 48 ottenne la carica di pretore peregrino (“giudice delle cause che coinvolgono gli stranieri”), ma litigò violentemente con il pretore urbano Gaio Trebonio e introdusse misure pari a una cancellazione generale dei debiti. Privato del suo ufficio dal Senato, partì per unirsi a Tito Annio Milo in un’insurrezione in cui sia lui che Milo furono uccisi.