Liberare il Golfo di Biscaglia dalle trivellazioni petrolifere nel 2019!
Surfrider Foundation Europe, con Surfrider Spain in carica, ha l’opportunità di guidare la lotta contro le trivellazioni petrolifere nel Golfo di Biscaglia. Siamo in grado di capitalizzare la nostra esperienza passata nell’area mediterranea e applicarla per impedire la perforazione di Shell e Cairn Oil.
RIEPILOGO DELLA SITUAZIONE
Dopo una chiamata aperta dallo Stato spagnolo per lo sfruttamento delle risorse naturali, le società Capricorn Spain Limited e Shell Upstream Spain BV hanno presentato domanda congiunta per questi permessi il 1 ° agosto 2013. Ottobre 1, 2014, il Bollettino Ufficiale dello Stato spagnolo (BOE) ha pubblicato la delibera della Direzione Generale per la Politica dell’Energia e delle Miniere del Ministero dell’Industria, Energia e Turismo, attraverso il quale le richieste per cinque permessi di ricerca di idrocarburi denominato “Mesana 1”, “Mesana 2”, “Mesana 3”, “Mesana 4” e “Mesana 5”, che si trova nel Golfo di Biscaglia, al largo della costa dei paesi Baschi, sono stati pubblicati.
Dopo la Deliberazione in BOE come richiesto dalla normativa vigente, la pubblica amministrazione deve aprire il periodo di offerta competitiva, che ora è ancora aperto. Poiché non sono ancora state concesse autorizzazioni, le conseguenze giuridiche ed economiche per lo stato sono ancora limitate. Pertanto, l’incentivo per il governo a fermare il progetto è un’enorme opportunità per noi.
I DIFENSORI
Surfrider Spagna, attraverso il suo ufficio a San Sebastian, guiderà l’azione, al fianco del nostro team nella Sede. Surfrider Spagna fa anche parte di” Allianza Mar Blava”, una coalizione di 126 organizzazioni che rappresentano il settore pubblico e privato e anche la società civile, che si è concentrata sulla decarbonizzazione di Mar Blava, l’area catalana del Mar Mediterraneo. L’azione può contare sull’Alleanza per il supporto in campo giuridico, tecnico e della comunicazione.
PROBLEMA AMBIENTALE
Le esplorazioni e le trivellazioni petrolifere sono un fattore importante nel cambiamento climatico e rappresentano una minaccia diretta per la costa atlantica, i loro utenti e la fauna selvatica. Ci sono molti problemi di cambiamento climatico che affrontiamo a livello globale e così sono le conseguenze per le aree marine e le coste. Stanno quindi emergendo diverse sfide ambientali specificamente legate all’acidificazione degli oceani, alla gestione integrata delle coste o persino alla conservazione e alla pianificazione delle coste. Allo stesso modo, poiché i territori d’oltremare sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, è necessaria un’attenzione specifica nonché azioni preventive e/o di adattamento in quelle zone marine e costiere.
Per saperne di più → https://www.surfriderdefenders.org/discover-more/development/.
CONTESTO GIURIDICO
L’attuale governo spagnolo ha dichiarato di essere a favore del divieto di esplorazioni di idrocarburi nei mari. Recentemente, l’attuale Ministero dell’Ambiente ha approvato alcune importanti normative e figure di protezione come il corridoio dei mammiferi marini nell’area mediterranea vicino a Barcellona per evitare nuovi progetti di esplorazione di gas e petrolio.
Il limite orientale dei permessi “Mesana 2” e “Mesana 5” è interessato da un accordo tra i governi di Spagna e Francia in quanto confina con le piattaforme continentali tra i due Stati nel Golfo di Biscaglia, realizzato a Parigi il 29 gennaio 1974 (BOE del 9 luglio 1975).
LA NOSTRA RICHIESTA
L’obiettivo principale di questa azione è quello di vietare le esplorazioni petrolifere in questo settore, costruendo una piattaforma di una società civile che mira a sensibilizzare i cittadini sulla necessità della decarbonizzazione e sugli impatti sugli ecosistemi marini da parte delle esplorazioni di petrolio e gas. Sul significato e le conseguenze di queste attività.
Per raggiungere questo obiettivo, vogliamo ottenere la scaffalatura definitiva di cinque richieste di permessi di esplorazione petrolifera chiamati “Mesana”, richiesti da Cairn Energy e Shell nel Mar Cantabrico e anche per sostenere la proposta legislativa nelle acque del Mediterraneo di vietare le esplorazioni di petrolio e gas guidando il primo passo verso il divieto totale nelle acque spagnole.