Abstract
Obiettivo: Determinare se il rapporto cardiotoracico (CTR), all’interno dell’intervallo convenzionalmente considerato normale, predisse la prognosi nei pazienti sottoposti a angiografia coronarica.
Design: studio di coorte con una mediana di follow-up di 7 anni.
Impostazione: pazienti consecutivi sottoposti a angiografia coronarica presso Barts e il London National Health Service (NHS) Trust.
Soggetti: 1005 pazienti con TC misurata mediante radiografia del torace e che successivamente sono stati sottoposti a angiografia coronarica. Di questi pazienti, il 7,3% aveva un CTR 0 0,5 e sono stati esclusi dalle analisi.
Risultati: mortalità per tutte le cause ed evento coronarico (infarto miocardico non fatale o morte coronarica). Sono stati effettuati aggiustamenti per età, disfunzione ventricolare sinistra, trattamento con ACE-inibitore, indice di massa corporea, numero di vasi coronarici malati e innesto di bypass coronarico passato.
Risultati: Il rischio di morte è aumentato tra i pazienti con un CTR nella parte superiore del range di normalità. In totale, 94 (18,9%) di quelli con un CTR inferiore alla mediana di 0,42 sono morti rispetto a 120 (27,8%) di quelli con un CTR compreso tra 0,42 e 0,49 (log rank test p<0,001). Dopo l’aggiustamento per potenziali fattori confondenti, questo aumento del rischio è rimasto (HR aggiustato 1,45, IC al 95% da 1,03 a 2,05). La CTR, a valori inferiori a 0,5, era linearmente correlata al rischio di evento coronarico (test per la tendenza p = 0,024).
Conclusione:: Nei pazienti sottoposti a angiografia coronarica, il CTR tra 0,42 e 0,49 è stato associato a una mortalità più elevata rispetto ai pazienti con cuori più piccoli. C’era evidenza di un continuo aumento del rischio con CTR più elevato. Questi risultati, insieme a quelli in popolazioni sane, mettono in discussione il punto di cut-off convenzionale del libro di testo di ⩾0.5 come un CTR anormale.