emancipazione cattolica

l’emancipazione cattolica è stata raggiunta da un atto del Parlamento del 1829, consentendo ai cattolici romani in Gran Bretagna di partecipare pienamente alla vita pubblica abolendo il Test and Corporation Acts. Il risultato fu la campagna di Daniel O’Connell per liberare la maggioranza irlandese dal dominio politico ed economico dell’ascendenza anglo-irlandese. Il successo elettorale di O’Connell nella Co. Clare by-election convinse Wellington che, a corto di un esercito permanente, non c’era modo di controllare l’Irlanda, se non di aderire alle richieste della maggioranza. I cattolici inglesi hanno giocato poca parte nella campagna. Il suo effetto nel risolvere la questione irlandese è stato solo parziale, ma l’impatto sulla storia costituzionale e religiosa britannica è stato immenso. Dividendo il partito Tory, con gli ultra Tories per quanto riguarda le azioni di Wellington e Peel nel portare la misura come un tradimento lordo, ha preparato la strada per la vittoria Whig del 1830 e per il decennio di riforma che seguì.
L’atto stesso (10 Geo. IV c. 7), intitolato Un atto per il sollievo dei sudditi cattolici di Sua Maestà, fu portato contro la forte opposizione del re e passò il 13 aprile 1829. Esso prevedeva che i cattolici servissero come membri di corporazioni laiche e (eccetto il clero cattolico) che sedessero in Parlamento. La maggior parte degli uffici della corona furono aperti ai cattolici, tranne quelli di lord cancelliere, custode del gran sigillo, lord luogotenente d’Irlanda e alto commissario della Chiesa di Scozia. Nessun prelato cattolico doveva assumere un titolo usato dalla Chiesa d’Inghilterra, il clero non doveva indossare abiti clericali al di fuori della chiesa e un divieto non forzato era posto sugli ordini religiosi.
L’atto annullò l’ipotesi che la Gran Bretagna fosse de jure e de facto una nazione protestante, anche se l’atto di insediamento (1701) proibiva al monarca di essere cattolico o di sposare un cattolico, rimase in vigore. Ma il Parlamento, d’ora in poi aperto sia ai protestanti che ai dissidenti cattolici, non era più il foro politico della chiesa stabilita. I tentativi di un tale corpo eterodosso di legiferare per la Chiesa d’Inghilterra sono stati accolti con sgomento da alcuni chierici. L’unità della chiesa e dello stato, sancita nell’insediamento rivoluzionario del 1689, era stata frantumata.

Judith Champ

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