Controllo chimico

Controllo biologico

Il controllo biologico delle fitopatie comporta l’uso di organismi diversi dall’uomo per ridurre o prevenire l’infezione da un agente patogeno. Questi organismi sono chiamati antagonisti; possono verificarsi naturalmente all’interno dell’ambiente dell’ospite, o possono essere applicati intenzionalmente a quelle parti della potenziale pianta ospite dove possono agire direttamente o indirettamente sul patogeno.

Sebbene gli effetti del controllo biologico siano stati a lungo osservati, i meccanismi con cui gli antagonisti raggiungono il controllo non sono completamente compresi. Sono stati osservati diversi metodi: alcuni antagonisti producono antibiotici che uccidono o riducono il numero di agenti patogeni strettamente correlati; alcuni sono parassiti sui patogeni; e altri semplicemente competono con gli agenti patogeni per il cibo disponibile.

Le pratiche culturali che favoriscono un antagonista naturale e sfruttano la sua azione benefica spesso sono efficaci nel ridurre la malattia. Una tecnica consiste nell’incorporare il sovescio, come l’erba medica, nel terreno. I microrganismi saprotrofici si nutrono del sovescio, privando i potenziali agenti patogeni dell’azoto disponibile. Un’altra pratica è quella di fare uso di terreni soppressivi—quelli in cui un agente patogeno è noto per persistere, ma provoca pochi danni al raccolto. Una probabile spiegazione di questo fenomeno è che i terreni soppressivi ospitano antagonisti che competono con il patogeno per il cibo e quindi limitano la crescita della popolazione di agenti patogeni.

Altri antagonisti producono sostanze che inibiscono o uccidono potenziali agenti patogeni che si verificano nelle immediate vicinanze. Un esempio di questo processo, chiamato antibiosi, è fornito da radici di calendula (specie Tagetes), che rilasciano terthienili, sostanze chimiche tossiche per diverse specie di nematodi e funghi.

Solo pochi antagonisti sono stati sviluppati specificamente per l’uso nel controllo delle malattie delle piante. Gli alberi di agrumi sono inoculati con un ceppo attenuato del virus tristeza, che controlla efficacemente il ceppo virulento che causa la malattia. Un ceppo avirulento di Agrobacterium radiobacter (K84) può essere applicato alle ferite delle piante per prevenire la fiele della corona causata dall’infezione da Agrobacterium tumefaciens. Molti antagonisti più specifici sono in fase di studio e mantengono molte promesse per il futuro controllo della malattia.

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