Charlie Parker: Quintetto Con Miles Davis

Era forse più facile per il nuovo ascoltatore jazz venire al bebop che per quello già intriso di Armstrong ed Ellington. C’erano diversi metodi per aiutare quest’ultimo. Uno è stato quello di utilizzare come chiave il lavoro contemporaneo di Coleman Hawkins, Don Byas e Buck Clayton, mainstreamers che erano già voce nella nuova musica. La comune familiarità con le intense esibizioni dei membri del Primo branco ha giocato un ruolo importante.

Il mio percorso è diventato rapidamente quello di suonare la maggior parte dei brani ora inclusi in questo album di rote, il che ha permesso alla musica di sfregarmi e di raggiungere finalmente una comprensione e un apprezzamento dei tre geni musicali (tra cui Bud Powell) e dei loro colleghi musicalmente astuti.

È tutto molto bene riferirsi a Davis e Powell nello stesso respiro di Charlie, ma in verità appartenevano a una divisione inferiore. Questa raccolta di immagini Jazz dei maestri dello studio Parker / Davis (inclusi tutti i brani delle sessioni non con Davis, così come due date con gruppi più grandi) è una concentrazione potente e attraente. Parker non doveva essere classificato. C’è mai stato un altro musicista jazz così dotato? Era il nostro Leonardo da Vinci. L’incredibile volo supersonico di Parker all’inizio dell’Inno è solo un campione di diamanti sonori sparsi in ognuna di queste tracce.

Sembra che il giovane Miles Davis fosse condannato a essere sottovalutato per la sua esibizione su queste tracce. In effetti dà una performance inventiva e radicale che è solo leggermente silenziata dalla pirotecnica a fianco. E poi ci sono Bud Powell, John Lewis e l’altrettanto sottovalutato Duke Jordan, stout oaks tutti nella foresta di bebop.

Come si colloca l’umore di Parker nella scala delle più grandi esibizioni blues di sempre? E ‘ vicino al Blues Funky di Bird, che era quello in cui si allontanava da Hodges e Carter. Come quella traccia, in una mossa che separava l’uomo dai ragazzi, Parker si alzò sopra tutti dimostrando che poteva adattare le sue innovazioni sconvolgenti per entrare nel tradizionale standby dei musicisti swing e farli saltare via tutti.

Questo è un bel set di 52 brani, ben prodotto e apparentemente contenente circa un quarto della storia del jazz.

Discografia
CD1: Billie’s Bounce; Now’s The Time; Chasin’ The Bird; Cheryl; Buzzy; Milestones; Little Willie Leaps; Half Nelson; Sippin’ At Bells; Another Hair Do; Bluebird; Klaunstance; Bird Gets The Worm; Barbados; Ah-lEu-Cha; Costellazione; Forse; Marmaduke; Siepi; Merry-Go-Round; Destrezza; Bongo Bop; Dewey Square; l’Uccello Del Paradiso (77.47)
CD2: Inno; Piume di Uccello; Klactoveesedstene; Scrapple From The Apple; la Mia Vecchia Fiamma; dal Nulla;; non date la Colpa a Me; Au Privave; Lei Rote; K C Blues; Star Occhi; Moose The Mooche; Yardbird Suite; Ornitologia; Una Notte In Tunisia, alla Deriva Su Una Canna; Quasimodo; Charlie Parrucca; Bongo Beep; Crazeology; Come È Profondo il mare?; Il riscaldamento di Un Riff, Serpeggianti; Ko-Ko; Parker’s Mood (78.33)
Parker (come, ts); Davis (t) con (collettivamente): Nel 2007, il gruppo ha pubblicato il suo primo album in studio,””, pubblicato nel 2007. New York e Detroit, 1945-51.
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