percezione Categorica di fonemi descrive il fenomeno che, quando fonemi sono classificati sono spesso percepiti come rientrano in categorie distinte, anche se fisicamente seguono un continuum lungo una caratteristica dimensione.
Mentre le consonanti come le plosive sono state proposte per essere percepite categoricamente, la rappresentazione delle vocali è stata descritta come più continua. Abbiamo mirato a testare questa differenza nella rappresentazione a livello comportamentale e neurofisiologico usando la magnetoencefalografia umana (MEG).
A tal fine, abbiamo progettato stimoli basati sul linguaggio naturale morfando lungo un continuum fonologico che comporta cambiamenti della consonante di stop o della vocale di stato stazionario di una sillaba consonante-vocale (CV). Quindi, durante la registrazione di MEG, abbiamo presentato ai partecipanti coppie consecutive di sillabe CV uguali o diverse. Le differenze erano tali che entrambe le sillabe CV provenivano dalla stessa categoria o appartenevano a categorie diverse. Durante l’esperimento MEG, i partecipanti hanno discriminato attivamente le coppie di stimoli.
Comportamentalmente, abbiamo scoperto che la discriminazione era più facile per il contrasto tra-rispetto al contrasto all’interno della categoria per entrambe le consonanti e le vocali. Tuttavia, questo effetto categorico era significativamente più forte per le consonanti rispetto alle vocali, in linea con una rappresentazione più continua delle vocali. A livello neurale, abbiamo osservato una significativa soppressione della ripetizione dei campi evocati MEG, cioè ampiezze inferiori per lo stesso fisicamente rispetto a diverse coppie di stimoli, a circa 430-500 ms dopo l’inizio del secondo stimolo. La ricostruzione delle fonti ha rivelato fonti generatrici di questo effetto di soppressione della ripetizione all’interno del solco temporale superiore sinistro e del giro, posteriore al giro di Heschl׳S. Un’analisi della regione di interesse all’interno di questa regione ha mostrato un chiaro effetto categoriale per le consonanti, ma non per le vocali, fornendo ulteriori prove per l’importante ruolo delle aree temporali superiori di sinistra nella rappresentazione categoriale durante la discriminazione attiva dei fonemi.